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Sara Hassen è una signora egiziana di 25 anni con un brillante background accademico in Informatica. Con un dottorato di ricerca presso l'Università di Birmingham nel Regno Unito, Sara è stata nostra cliente nel 2019 quando ha fatto domanda per il programma Young Professional della Banca Mondiale. Dopo essere arrivata alla fase finale di questo processo di selezione competitiva, ha accettato di condividere con noi suggerimenti sulle domande di intervista YPP della Banca mondiale e sul Centro di valutazione per aiutare i futuri candidati.
Se vuoi saperne di più su questa iniziativa di reclutamento e su cosa si prova ad affrontarla, continua a leggere! Un "grazie" speciale a Sara per il suo tempo e la sua collaborazione.
Perseguendo la sua missione, la rete OpenIGO ha preparato un eBook completo e servizi di supporto e orientamento con l'obiettivo di aumentare notevolmente le tue possibilità di successo in questo processo competitivo. Il nostro completo eBook ti introdurrà al complesso mondo del Gruppo Banca Mondiale e al suo approccio allo sviluppo internazionale; ti insegnerà come preparare in dettaglio ciascuno dei documenti richiesti e ti preparerà anche per il colloquio e il centro di valutazione. Questo eBook è stato scritto e rivisto da un team di professori, specialisti delle risorse umane ed ex giovani professionisti con grande diligenza.
Inoltre, abbiamo sviluppato servizi di supporto e orientamento. Questi servizi includono a finta intervista secondo il modello YPP della Banca Mondiale. Avere un colloquio simulato con un professionista che ha una vasta esperienza e conoscenza del modello di colloquio YPP della Banca Mondiale ti aiuterà a essere meglio preparato per questa fase, aumentando notevolmente le tue possibilità di essere selezionato per il posto vacante desiderato.
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Lavori della Banca Mondiale: Panoramica
- Sara, come sei venuta a conoscenza del WB YPP e perché hai deciso di candidarti?
“Ne sono venuto a conoscenza principalmente attraverso il “passaparola” e ho deciso di candidarmi principalmente perché avevo un ambiente accademico da parecchio tempo e penso che di solito ci sia un divario tra il mondo accademico e l'industria e Ho trovato che l'YPP sia una buona opportunità per "colmare" questo divario e mettere in pratica le mie conoscenze".
- Sei arrivato alla fase del colloquio, giusto? Tra tutte le tappe, quale pensi sia stata la più impegnativa?
"Penso che il centro di valutazione sia stato il più impegnativo per me".
- Come descriveresti l'esperienza dell'Assessment Center a un candidato che non ha assolutamente idea di cosa sia?
“Per me, il modo migliore per descrivere l'assessment center è una “maratona”. Praticamente sei in una stanza per 4 ore a svolgere compiti uno dietro l'altro e c'è una pausa di 10 minuti proprio nel mezzo delle 4 ore. Alcuni dei compiti sono individuali, altri sono compiti di gruppo e si passa costantemente da un compito all'altro".
- Che tipo di compiti ti vengono assegnati durante l'assessment center?
“Beh, all'inizio ti viene dato un profilo su un ipotetico paese. Questo profilo include informazioni sul paese stesso, il suo contesto, la sua regione, i problemi e le opportunità che hanno. Se ricordo bene, era un profilo di 15-20 pagine e ti viene dato un tempo limitato per leggerlo, oltre a una serie di attività individuali e di gruppo da svolgere. All'inizio, ad esempio, mi è stato affidato un compito individuale per elaborare una lista di consigli che un rappresentante della Banca avrebbe dato a un Funzionario di quel paese. E poi, il compito successivo era quello di gruppo in cui dovevo riunirmi con il resto dei miei colleghi – i candidati con cui ero stato messo insieme nella stanza –, rivedere le nostre liste personali di consigli e trovarne uno singolare – secondo alla priorità e ai diversi gruppi/tipi di consigli che ci è stato chiesto di dare. È stato un compito lungo: la discussione è durata circa 1 ora e abbiamo avuto 20 minuti per presentarla. Successivamente, ci è stato assegnato un altro compito individuale che è durato 14 minuti. Per questo abbiamo dovuto inventare degli appunti per dare consigli ad un Ministro delle Finanze di un ipotetico Paese e poi siamo passati al compito di gruppo dove dovevamo unire i nostri consigli individuali in un unico e completo elenco di appunti . Alla fine, il "bersaglio" di quelle note è entrato nella stanza e abbiamo dovuto fare una presentazione di 30 minuti, tutti noi, al pubblico su ciò che le note includevano. Abbiamo quindi avuto una serie di domande di follow-up che abbiamo dovuto affrontare”.
- Che tipo di persone hai incontrato durante l'assessment center? Tutti erano disposti a lavorare in squadra? Com'era l'ambiente?
“L'ambiente era fantastico! E penso che una delle parti migliori dell'esperienza sia stata proprio l'ambiente. Anche se non procedi da nessuna parte oltre quella fase, penso che valga ancora la pena di essere in quell'ambiente per quel giorno. Perché, fondamentalmente, il modo in cui funziona è che sei messo insieme ad altri candidati – ai miei tempi eravamo dodici candidati provenienti da tutto il mondo e con così tanti background diversi. Penso di essere stato l'unico ad essere intervistato per l'Unità di sviluppo digitale. E praticamente passate l'intera giornata insieme: ci è stata assegnata un'area in cui stare durante il giorno e ho avuto modo di condividere alcune delle mie esperienze con loro. Si alternano i tempi del colloquio e gli orari dell'assessment center, quindi c'è la possibilità di avere un'idea di cosa aspettarsi, ma ci viene detto all'inizio della giornata che non dovremmo dire ad altri candidati alcuna specifica sull'incarico né l'intervista.
Dato che avevo il mio centro di valutazione nel pomeriggio, quando siamo arrivati a quel punto avevamo già trascorso più di mezza giornata insieme, quindi era abbastanza "freddo", tutti erano disposti a lavorare insieme! Alla fine della giornata, sapevamo che non saremmo stati valutati solo in base a quanto sapevamo, ma anche a quanto bene avremmo potuto lavorare insieme. Nella stanza del centro di valutazione, c'erano due osservatori per tutto il tempo che osservavano come stavamo interagendo l'uno con l'altro. Quindi, sapevamo che questo faceva parte di ciò per cui venivamo valutati ed eravamo tutti disposti a mettere insieme lo sforzo per lavorare in squadra. Non mi sentivo come se ci fosse molta competizione né persone che cercavano di parlarsi a vicenda".
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Intervista al YPP della Banca mondiale: domande, suggerimenti e testimonianze di HireVue
- Quindi pensi che avere l'Assessment Center nel pomeriggio ti abbia giovato in qualche modo? Avresti preferito il colloquio dopo/nel pomeriggio?
“Penso che il modo in cui ha funzionato sia stato migliore per me: fare il colloquio al mattino e l'Assessment Center al pomeriggio, anche se sono arrivato a pensarci solo alla fine. Ricordo che, all'inizio, all'inizio, non avevo idea di cosa fosse l'assessment center, quindi ero più ansioso di farlo prima. Ma ora che ci ripenso, sento che era meglio avere il centro di valutazione nel pomeriggio, perché a quel punto avevo effettivamente conosciuto le persone che sarebbero state valutate con me, quindi ha funzionato di più a nostro vantaggio. Quindi, personalmente penso che questa sequenza sia stata migliore per me".
- Puoi dirci qualcosa in più sull'intervista? Com'è stata l'esperienza?
“L'intervista è durata un'ora con tre relatori. Uno di loro era un ex presidente. Mi ha fatto più domande personali: un po' di più sul mio background, perché ho fatto domanda – le tipiche domande da colloquio. Gli altri due intervistatori si sono concentrati maggiormente sulle domande situazionali: "se lavorassi nel progetto X, in che modo questo progetto influenzerebbe l'aspetto X?". Ricordo che una delle domande diceva qualcosa del tipo: 'se c'è una strada in costruzione in una specifica comunità come influirà sulla situazione economica di quella comunità?'. Penso che questa domanda provenga dall'intervistatore che era dell'Unità Infrastrutture.
Un'altra cosa che vale la pena menzionare è che ti danno suggerimenti lungo il percorso per poter espandere ulteriormente la tua risposta. Se prendiamo questo esempio specifico di costruzione di strade, subito dopo aver finito con la mia risposta, mi hanno posto domande di follow-up su aspetti che non avevo trattato, come "non pensi che potrebbe influenzare le questioni di uguaglianza di genere, come bene?'.
Ti danno anche il tempo di fermarti e mettere insieme un'idea, oltre a prendere appunti. Sono stati piuttosto collaborativi quando si è trattato di darmi il tempo di pensare alle mie risposte, ma ciononostante mi sono sentito piuttosto sfidato dalla natura delle domande, dal momento che alcune di esse erano piuttosto al di fuori dell'ambito di ciò che so, nel senso che eravamo parlando di unità su cui non ho letto molto. Quando mi stavo preparando, stavo leggendo di più sulle unità che potrebbero essere influenzate dallo sviluppo digitale, ma hanno ampliato le domande oltre a questo. Quindi, immagino che la lezione appresa da questa esperienza sia quella di non presumere che la tua unità potrebbe non essere correlata a una o due altre unità, perché potrebbero sorgere domande al riguardo".
- Come è stata la tua preparazione personale per affrontare questa fase finale del processo di selezione?
“Per l'intervista, si trattava più di leggere sulle diverse unità e, come ho detto, forse avrei dovuto leggere di più sulle altre unità. Ma sostanzialmente si trattava di leggere su ciascuna delle unità nel sito Web della Banca mondiale per saperne di più sulla loro missione, sui progetti recenti e sui piani per il futuro.
L'altra parte relativa alla preparazione dell'intervista è stata quella di elaborare una serie di domande ipotetiche che mi potrebbero essere poste (e alcune mi sono state effettivamente poste!). Naturalmente, ci sono le domande tipiche che ti aspetteresti in ogni intervista come "qual è il tuo background?", "perché ti sei candidato?" e così via, ma ci sono anche domande relative a come aiuteresti nell'unità X o nel progetto X. Quindi, ho preparato anche queste domande, per le unità che pensavo fossero più strettamente legate allo sviluppo digitale. E, infine, c'erano anche i Rapporti Annuali – da quello più recente sono tornato indietro di un paio d'anni e li ho studiati.
Per l'Assessment Center, dal momento che non sapevo molto su cosa aspettarmi da esso in termini di compiti, ho pensato che il modo più sicuro per prepararmi fosse leggere quanti più progetti possibile - leggere almeno gli abstract dei resoconti dei progetti in cui mi sono imbattuto e che ho ritenuto interessanti o pertinenti al mio background e anche rilevanti per le unità erano relativi allo sviluppo digitale”.
- Oltre a leggere di più sulle altre unità, c'è qualcos'altro che avresti fatto diversamente durante il processo di selezione?
“La cosa principale per me, sento che è stato quello di documentarsi su più unità di quelle che ho fatto. Anche quelli che non sembrano affatto rilevanti. Ma anche, concentrarsi meno sui numeri! Per molte delle unità di cui stavo leggendo, c'erano molte statistiche e numeri nelle informazioni fornite e inizialmente avevo l'impressione che conoscere questi numeri e riportarli nelle mie risposte durante l'intervista potesse effettivamente essere un vantaggio punto, ma non lo so... forse è stato un punto a favore, ma sento di essermi concentrato troppo sul tentativo di ricordare queste statistiche, mentre avrei dovuto concentrarmi di più sul collegamento tra le diverse unità e vedere la causa e l'effetto di problemi diversi nelle diverse unità. Avrei dovuto concentrarmi di più su come il mio processo di pensiero è nel collegare diversi problemi tra le diverse unità".
- Personalmente, perché pensi di non essere stato selezionato per diventare un Giovane Professionista? Pensi che questo avesse qualcosa a che fare con il contenuto delle tue risposte durante l'intervista, il fatto che avevi più un profilo di ricercatore?
“Penso che la risposta sia 'durante l'intervista'. Sebbene l'Assessment Center fosse il pezzo, l'ho trovato più impegnativo, principalmente a causa della sua lunghezza. Ma penso che, in fin dei conti, ciò che ha contribuito a non farmi avere successo siano state le mie risposte durante l'intervista. Forse le mie risposte avrebbero dovuto essere "più ampie" piuttosto che "più profonde", perché stavo pensando di ricollegare tutto al mio background, invece di espandere le cose oltre il mio background. Penso che questo avrebbe potuto fare la differenza".
- A parte ciò che è dichiarato ufficialmente nei criteri di ammissibilità e da ciò che hai visto da altri candidati, che tipo di candidato ritieni sia più probabile che si distingua in questo processo di selezione?
"Due cose vengono in mente. Il primo è: qualcuno con flessibilità nell'individuare i collegamenti e nell'individuare cause ed effetti. L'altra cosa è: essere audaci secondo te! In altre parole: se pensi che qualcosa avrà un impatto su qualcos'altro quando lavori a un progetto, allora sii assertivo al riguardo. Perché quando questo emerge nell'intervista mostra fiducia da parte tua e questo è qualcosa che io stesso avrei forse potuto fare meglio.
- Cosa è cambiato nella tua vita/carriera professionale dopo questa esperienza? Cosa hai imparato da esso?
“Beh, credo di poter dire che ho imparato a non fare supposizioni sulle interviste! (ride) E non dare per scontato che qualcosa sia rilevante. Per quanto riguarda la mia vita professionale: dopo il processo di selezione WB YPP, ho effettivamente trovato un lavoro in un ambiente accademico che è un passo! È un ruolo di ricerca/insegnamento, quindi si spera che sia un passo verso l'"industria".
- Quale consiglio daresti a un candidato che proverà il programma quest'anno?
“Per i candidati che sono ancora in fase di preparazione della domanda, direi che è altrettanto importante leggere della Banca mondiale prima di scrivere il saggio di domanda e non aspettare di raggiungere la fase del colloquio per iniziare a leggere sull'organizzazione. Preparati a scrivere il tuo saggio come se ti stessi preparando per l'intervista stessa".
- Prenderesti in considerazione di candidarti di nuovo?
"Sì! Perché l'esperienza del processo di selezione in sé è ricca e ne vale davvero la pena.”
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